Nei giorni scorsi non mi sono mancate le critiche perche’ ho dichiarato di essere attenta, in modo quasi maniacale, all’estetica, e per aver affermato che non c’e’ niente di male se una donna, rassicurata dal proprio aspetto fisico, palesa un atteggiamento provocante e seduttivo nei confronti degli uomini, cogliendo appagamento solo per il fatto di essere ammirata. Mi hanno detto che se la penso cosi’ e’ impossibile che abbia idee progressiste riguardo alla parita’ di genere e che, anzi, proponendo di assecondare i desideri maschili, sarei addirittura in contrasto con quei principi e quei valori che appartengono al femminismo.
Ovviamente, quelle che maggiormente mi criticano, sono persone per le quali il femminismo non e’ un ideale di liberta’ ed emancipazione, come in realta’ dovrebbe essere, ma un dogma religioso al quale ci si deve attenere, che impone alle donne di abbandonare ogni forma di femminilita’. E’ per questo che le eretiche come me non meritano di essere considerate femministe.
Ovviamente, quelle che maggiormente mi criticano, sono persone per le quali il femminismo non e’ un ideale di liberta’ ed emancipazione, come in realta’ dovrebbe essere, ma un dogma religioso al quale ci si deve attenere, che impone alle donne di abbandonare ogni forma di femminilita’. E’ per questo che le eretiche come me non meritano di essere considerate femministe.
Potrei anche fregarmene (ed infatti e’ quello solitamente che faccio), se non trovassi insopportabile il fatto che gli insulti che mi rivolgono non provengono esclusivamente da chi, ignorante, non ha avuto la possibilita’ di studiare ed informarsi, ma vengono utilizzati in primo luogo da un significativo numero di convinte ed ardenti femministe che, sentendosi portatrici di verita’ assolute, criticano duramente chi non rispetta il loro cliche’. Quindi, anche se moltissime volte ho manifestato la mia dedizione alla causa femminista, facendomi sempre paladina di chi subisce un’aberrante sistema patriarcale, per queste persone non sarei una vera femminista. E non lo sarei per le seguenti ragioni:
1) Non sono abbastanza trasandata. Anzi, sono cosi’ attenta a tutto cio’ che riguarda il lato estetico, soprattutto il mio, che risulto essere troppo femminile. E invece le “autentiche femministe” dovrebbero seguire puntigliosamente la dottrina di Sheila Jeffreys per la quale bisogna tagliare i capelli corti, non truccarsi, non indossare i tacchi alti, rinunciare alle gonne, e non depilarsi mai le ascelle e le gambe. Chiedo scusa, ma porto i capelli piu’ lunghi che posso, e mi piace indossare gonne e tacchi alti. Anzi, faccio anche di peggio: uso prodotti idratanti per il viso e il corpo, e mi depilo tutta. Lo faccio anche se devo leggermi un libro di Judith Butler e cio’ non mi crea alcuna contraddizione interiore. Chiamatemi pure un’inguaribile romantica, oppure una giovane donna all’antica, oppure accusatemi di essere condizionata dalla cultura dominante che da’ troppa importanza all’esteriorita’ e poca alla sostanza. Dite qualsiasi cosa, ma tutto cio’ che mi fa sentire gradevole con i miei partner di letto, siano uomini oppure donne, da’ soddisfazione anche a me, e non faro’ niente per cambiare. Tuttavia, nonostante questi comportamenti sacrilegi che metto in atto, non credo di essere insensibile ai temi che riguardano la dignita’ della donna, poiche’ non esiste un unico modo per essere femministe. Ce ne sono di alte, magre, basse, grasse. Alcune vogliono essere eleganti; ad altre non frega assolutamente niente della moda. Ma queste differenze non impediscono di restare unite nella lotta per la parita’ di genere. Qualsiasi discussione che riguardi le forme del corpo, il taglio dei capelli, i rituali di igiene, e la giusta quantita’ di peli sul corpo, non c’entra assolutamente niente col femminismo e chi lo afferma non ha capito un cazzo (perdonate il francesismo).
2) Non sono abbastanza povera e disgraziata. Forse essere Romni’, cresciuta in un povero paese dell’est, e’ irrilevante, ma anche se ho abbandonato le mie umili radici tanto tempo fa, e per un lungo periodo abbia fatto quello che ho fatto, qualunque cosa significhi, non mi sento vicina ai ricchi. Non importa se ho lavorato duro. Non importa se ho fatto tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno. Non importa se da anni provo a dare indietro gran parte di quello che ho accumulato. Si dimentica persino l'importanza dell'indipendenza economica al fine di conseguire una reale parita’ di genere (come mi e’ stato detto piu’ di una volta). Il mio accento sull’autonomia finanziaria delle donne e la mia celebrazione del denaro come mezzo per affrancarsi dallo strapotere del paternalismo, equivale per chi mi critica ad un elogio del capitalismo, e quindi e’ strutturalmente anti-femminista. Soprattutto se quel denaro e’ stato accumulato facendo leva sulle debolezze maschili (che sono quelle che ben sappiamo), perche’ la “vera femminista”, oltre a non depilarsi, dovrebbe anche vivere una vita di stenti e privazioni, piuttosto che sfruttare il “pozzo di petrolio” che la Natura potrebbe averle donato. Allora chiedo: da quando la quantita’ di soldi che si guadagnano nella vita e’ inversamente proporzionale al sentimento femminista?
3) Non sono abbastanza aggressiva nei confronti del sesso maschile. E’ vero: non odio gli uomini. Li critico spesso e mi diverto a prenderli in giro, ma non li detesto. Anzi, anche se li trovo piu’ grezzi nei modi di fare rispetto alle donne, in realta’ mi piacciono molto e non potrei mai fare a meno di loro. Inoltre non avrei mai potuto fare quello che ho fatto se ne fossi stata disgustata. Ovviamente non mi riferisco agli stronzi, che’ quelli mi disgustano sempre e ovunque, ma la “stronzaggine” non e’ prerogativa solo maschile. In passato ho scherzato molto su questo argomento: sul ridurre la popolazione maschile, oppure sul costruire un mondo di sole donne. Ma era piu’ per provocare che per vera convinzione e, sinceramente, non mi trovo affatto d’accordo con certe esponenti del cosiddetto “femminismo radicale”, come Sally Miller Gearhart o Andrea Dworkin, che non disdegnano mai di esprimere nei loro scritti un profondo odio per l’intero genere maschile.
4) Anche se sono single (e questo alle femministe potrebbe anche andar bene), non sono abbastanza lesbica. In realta’ non sono una single dal punto di vista sessuale. Ho una vita sessualmente appagante per quelle che sono le mie esigenze, ma per alcune femministe questo non e’ abbastanza: pensano che per essere veramente tali si debba assolutamente fare a meno degli uomini. Ergo, se dici di essere una femminista pero’ ami ogni tanto farti una scopatina con un uomo, vieni accusata di collaborare con il nemico. Questa stupidaggine la dice chiaramente Grace Atkinson: “I rapporti eterosessuali sono anti-femministi”. Ed ovviamente ci sono delle cretine che la stanno pure ad ascoltare. Oltre a cio’, l’ho sempre affermato, non sono lesbica, perche’ la bisessualita’ non equivale al lesbismo, ma - afferma ancora la stessa Atkinson - se "il femminismo e’ la teoria, il lesbismo e’ la pratica". Che genio! Eppure, non riusciro’ mai a capire come le inclinazioni sessuali possano essere legate alle nostre convinzioni, alla nostra fede nella giustizia, al desiderio di uguaglianza. Come si fa ad etichettare una persona in base alle sue scelte sessuali e sentimentali? Che aberrazione mostruosa e’ quella per cui per essere davvero femministe si deve assolutamente ripudiare il cazzo e adorare la fica? Non tutte le femministe sono lesbiche e chi non e’ lesbica non e’ certamente meno femminista di chi lo e’. Ma c’e’ una cosa che e’ ancor piu’ importante e che forse a molti sfugge: non tutte le femministe sono donne.
5) Non mi sento abbastanza vittima del maschio cattivo. Ho sempre rifiutato di considerarmi tale. Ma c’e’ di piu’: dello stato attuale delle cose, e del fatto che il genere maschile conservi uno strapotere non piu’ giustificato, ritengo le donne essere responsabili tanto quanto gli uomini. Molte, moltissime, concorrono ad alimentare il sistema patriarcale. Anzi, addirittura lo proteggono. Quindi non me la sento di fare tanto affidamento sulla solidarieta’ femminile e tutte le belle parole (spesso ipocrite) che accompagnano i mantra femministi. Purtroppo, se non in determinati ambienti di nicchia in cui le donne hanno imparato ad autogestirsi, il mondo e’ ancora saldamente in mano del genere maschile che lo amministra (come abbiamo visto) a suo modo, secondo una logica basata sul caos e l’instabilita’. Ma “potere” significa anche assunzione di responsabilita’, e sono convinta che il 99,99% delle donne non abbia alcuna voglia di assumersele queste responsabilita’. Molto meglio restarsene al calduccio, protette, magari criticando l’operato altrui, ma senza abbandonare il gineceo nel quale si sono autorecluse.
Ho appena esposto i cinque (ridicoli) motivi per cui, per certe talebane, io non potrei mai essere una vera femminista. Naturalmente ci sono anche altre ragioni per le quali ricevo critiche, e ci saranno sempre. La stessa concezione di nudita’ oppure di sesso, che ho io, contrasta enormemente con le opinioni di chi vorrebbe vedere le donne atteggiarsi come delle beghine dell’esercito della salvezza, o - se guardiamo all’altro estremo - come delle femen scatenate. Perche’ o sono troppo spregiudicata in quanto parlo liberamente e senza vergogna di tematiche sessuali, o non lo sono abbastanza in quanto non me ne vado in giro tutto il giorno a seno nudo. E l'elenco potrebbe continuare.
Forse non tutti saranno d'accordo col modo in cui ho generalizzato sull’argomento, ma vi assicuro che anche quelle femministe che non rientrano nelle categorie che ho appena descritto odiano il modo in cui qualcuno generalizza e continua a generalizzare su di loro. E spero che anche chi non e’ d’accordo con me possieda almeno un po’ di onesta’ intellettuale da riconoscere che non ho mai affermato che tutte le femministe che mi criticano siano trasandate, povere, aggressive, lesbiche e si lamentino di essere vittime del genere maschile. Ho solo dileggiato un po’ quelle che, invece, lo sono. Perche’ non nasciamo tutte uguali, non abbiamo tutte quante le stesse aspirazioni, gli stessi obiettivi, gli stessi desideri, ed e’ giusto che sia cosi’. E sinceramente (ve lo dico con un altro francesismo) ne ho piene le ovaie di quelle nazi-femministe che attaccano le altre donne solo perche’ non rispecchiano la loro visione sacra del mondo cosi’ come (sempre secondo loro) dovrebbe essere.