
Cosi' certi fatti passano del tutto inosservati ed anche se vengono letti, si fanno le spallucce e si dice: "Bah! Sempre la solita propaganda degli anarcoidi di sinistra ed invidiosi". E si passa alla pagina sportiva o ai risultati del Superenalotto.
Eppure c'era un tempo in cui chi avesse fatto coming out di aver scatenato una guerra per errore (che ad oggi conta oltre 1.300.000 morti) oppure di aver pianificato torture verso prigionieri inermi, sarebbe stato messo sotto accusa e processato, come dice giustamente l'articolo in questo blog.
Cos'e' accaduto che ha mutato cosi' radicalmente il comportamento della gente e l'ha resa insensibile verso le crudelta' che vengono ogni giorno perpetratate nel mondo?
Si' certo, lo sappiamo bene, lo dicono tutti che ci stiamo abituando sempre piu' alla violenza, tanto che i bambini, da tempo, sono educati dalla TV e dal cinema ad assistere a spettacoli ben piu' cruenti di quelli che possono essere letti sui giornali, fatti di parole e che in assenza d'immagini appaiono cosi' distanti, cosi' poco spettacolari, cosi' privi d'interesse e scarsamente coinvolgenti.
E' molto piu' avvincente un bel videogioco pieno di schizzi di sangue e brandelli di materia cerebrale appiccicata sui muri. Oppure qualche bel filmetto in cui Leatherface prepara lo spezzatino di frattaglie umane utilizzando la motosega. L'importante pero' e' che i bambini siano tenuti distanti da alcune cose davvero aberranti e non vengano turbati da visioni sconce che potrebbero indurli in strani comportamenti che poi, da adulti, potrebbero tradursi in un voto per qualche violento.
Quindi, mi raccomando, poniamo la massima attenzione e censuriamo ogni inchiappettamento di Brokeback Mountain, che' gli unici culi consentiti per i momenti di autoerotismo della sana gioventu' italica sono quelli delle veline e delle letterine. E se poi qualche centinaio di civili iracheni vengono triturati dai bombardamenti immancabilmente avvenuti sempre per "tragico errore", chi se ne frega? Censuriamo anche quelli. Il mondo va cosi': c'e' chi chiagne e c'e' chi fotte, e non possono essere i telespettatori lottare contro le ingiustizie.
Piuttosto, ha ragione Emilio Fede: non dobbiamo assolutamente minimizzare il deprecabile attentato calzaturiero di cui e' stato oggetto il grande giorgdabliu da parte di un terribile terrorista islamico. Non sia mai che qualcuno possa ispirarsi ad esso e prendendo il cattivo esempio.
4 commenti :
Ciao mi sono iscritto fra i tuoi lettori.... se ti va fai un salto sul mio blog!
Ciao ciao FolleRumba!
più passa il tempo, più faccio scorrere i titoli degli articoli sui giornali, più mi rendo conto della reale necessità di una rivoluzione... morale, pacifica, ma sempre rivoluzione.
ormai gli equilibri politici, economici e culturali sono schiavi di loro stessi. bugie su bugie che impediscono il normale assestamento delle cose.
sarò anche contro tendenza ma non riesco a spiegarmi come mai Giorg Busc(ietta) non venga processato per crimini contro l'umanità.
eppure gli estremi ci sono.
ma il 2009, lo so per certo, porterà maggiore distensione.
io sono a favore del waterbording in certi casi, se questo può servire a salvare vite umane. cheney lo ha sempre ammesso e di certo non è il tipo di farsi intimidire da una elezione di obama...
il post è ridicolo come anche la stima dei morti 1.300.000/5anni/365giorni = 712 morti al giorno. anche un comunista capisce che sono dati non veritieri.
www.maurod.ilcannocchiale.it
Anonimo ha detto...
io sono a favore del waterbording in certi casi, se questo può servire a salvare vite umane. cheney lo ha sempre ammesso e di certo non è il tipo di farsi intimidire da una elezione di obama...
il post è ridicolo come anche la stima dei morti 1.300.000/5anni/365giorni = 712 morti al giorno. anche un comunista capisce che sono dati non veritieri.
Tu sei solo un imbecille. Ma non preoccuparti. Non e' mortale.
http://www.antiwar.com/casualties/
Spero che il waterboarding lo facciano a te...
Anzi, considerando dov'e' posizionata la tua testa e quello che scrivi in giro, a te bastera' un clistere.
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