
Qualcuno mi chiama semplicemente “pianta”, ma sbaglia. Io sono un Ficus Benjamina. Appartengo ad una nobile famiglia, quella delle moraceae, ed i miei antenati provengono delle zone tropicali dell'Asia.
Tra i ficus sono quello che, senza dubbio, ha il portamento piu’ elegante; mi distinguo per un fusto che ha la corteccia lievemente arcuata, rami sottili e foglie ovate, ellittiche, acuminate in punta e pendule che mi conferiscono un aspetto decisamente armonioso. Richiedo un clima caldo umido ed una posizione che sia, si’, luminosa, ma non la luce diretta del sole. Devo essere annaffiato regolarmente; piu’ abbondantemente in estate e in modo piu’ diradato in inverno. Vengo normalmente impiegato come pianta ornamentale d’appartamento e, all’occorrenza, presto servizio anche in hotel.
Adesso mi trovo posizionato in un vaso di terracotta Deruta, nella camera n. 311 dell’Hotel Bellavista, a destra della porta finestra dalla quale si accede al grande balcone che si affaccia sul lago. Di fronte a me c’e’ il letto a baldacchino. Anche lui potrebbe raccontare storie stupefacenti su quanto accade in questo luogo, ma adesso sta riposando. E’ spossato. Piu’ volte al giorno, ed anche la notte, e’ costretto alle sollecitazioni sussultorie ed ondulatorie di chi, abitudinariamente, si reca qui per trascorrere focose ore di sesso: sposini in luna di miele, coppiette clandestine, prostitute con clienti.
Il bagno e' super confortevole, ed e’ alla mia sinistra. Da qui riesco a scorgere la grande vasca con idromassaggio dove possono, comodamente, sdraiarsi due persone. Quante ne ho viste transitare attraverso quella porta, cari amici; signore che entravano vestite in modo austero e ne uscivano seminude, abilmente abbigliate per stimolare il desiderio di chi le attendeva sul letto, che poi, dopo, rientravano frettolosamente con la bocca piena di qualcosa. Le sentivo sputare e poi uscivano dicendo “allora ti e’ piaciuto, amore?”
Se potesse parlare il bidet, poi, son certo che il tutto si arricchirebbe di dettagli assai piu' intriganti. Lui si’ che ne ha realmente viste di tutti i colori. Ma il bidet e’ riservato. Dice che la riservatezza e’ la qualita’ principale che ogni bidet deve avere. Ma… sento una chiave che sta girando nella serratura. Qualcuno sta entrando. Svegliati letto! C’e’ lavoro per te!
“Ecco. E’ la migliore stanza di tutto l’hotel, l’ho riservata per questa occasione speciale. Dopotutto, anche se solo per due ore, desidero che le passiamo nel modo migliore. Spero le piaccia.”
“Mmmsi’… non male… un po’ decadente come stile, ma andra’ benissimo per cio’ che abbiamo intenzione di fare.”
Ci risiamo. Come avevo detto qui e’ un viavai. E’ la camera che sicuramente lavora di piu’. Comunque, mica male la brunetta: occhi chiari, longilinea e con due belle gambe lunghe lunghe. Lui avra’ venti, venticinque, anni di piu’, ma questa e’ la regola che vige in questo genere di relazioni: l’eta' di lui e’ direttamente proporzionale al suo conto in banca ed inversamente proporzionale all’eta’ di lei. Tuttavia non sta ad un ficus giudicare gli esseri umani. Un ficus puo’ solo porsi come ornamento. Al limite puo’ osservare. Io sto al mio posto e ringrazio il cielo per quello che ho: acqua, concime e sole in questa splendida camera. Non tutti i ficus sono privilegiati come me, per questo mi accontento e non sputo nel piatto in cui mangio.
Tutte le volte sono curioso di cronometrare quanto ci mettera’ lei ad incassare i soldi e quanto impieghera’ lui a togliersi i pantaloni. Se non fossi un ficus, ed avessi la bocca, credo che sorriderei; ogni volta che assisto a queste scene mi rendo conto di quanto, in fondo, gli umani siano ripetitivi in quello che fanno: lui le porgera’ il fagottino con dentro il compenso, lei, facendo finta di non dargli importanza, ostentera’ fiducia ed evitera’ di controllare immediatamente il contenuto, ma poi chiedera’ di recarsi in bagno, ed una volta chiusa la porta dietro di se’ la prima cosa che fara’ sara’ quella di controllare che i soldi siano giusti. Poi si spogliera' e restera' con indosso un completino da gran zoccola; uscira’, si avvicinera’ a lui, e si fara’ toccare, baciare, sulla bocca, sul collo, sul seno, e infine gli si inginocchiera’ di fronte e…
Il copione e’ sempre lo stesso, e la ragazza si ritrova con le mani imbrattate ancor prima di socchiudere le labbra. Immancabilmente lui dice “mi dispiace... ero troppo eccitato” e la risposta e’ sempre “non preoccuparti, mi piacciono gli uomini straboccanti di desiderio. E poi, quando una cosa e’ fatta bene, la velocita’ e’ solo un pregio!” Pero', stavolta, pare che le cose non si svolgano in modo differente. Lui e’ al telefono e sta chiamando il bar…
“Due bottiglie di Cristal, camera 311, grazie.”
“Sei veramente un tipo strano, sai? Non mi avevi detto che saremmo venuti qui per bere champagne. Avevo altre cose in progetto per te, tesoro, ma se vuoi che ci ubriachiamo tieni conto che a me bastano due bicchieri e vado via di testa. Non occorrono due bottiglie.”
“A me interessa solo che lo champagne faccia l’effetto che desidero… Padrona!”
“Padrona? Adesso capisco… ami questo genere di giochetti, eh? E quale sarebbe questo effetto, se mi e’ consentito saperlo? Guarda che senza preservativo non lo faccio. Toglitelo dalla testa qualora tu abbia intenzioni poco chiare. Se credi di ubriacarmi per rendermi disponibile sei fuori strada. Mantengo sempre il controllo, anche quando bevo ...”
“Non si preoccupi. Non voglio far sesso con lei, Padrona. Voglio solo che, dopo aver bevuto, se le viene lo stimolo di orinare, lo faccia su di me. Vorrei che annaffiasse la mia faccia ed altre parti del mio corpo mentre io, se lei me lo consentira', potrei toccarmi e raggiungere il piacere sotto la pioggia dorata.”
Se non fossi un ficus ed avessi la bocca riderei. Guarda che faccia ha fatto lei! Lui vuole essere annaffiato come una pianta e farsi una sega mentre lei gli piscia addosso. Che ridere! Ora voglio proprio vedere cosa gli rispondera’ la brunetta. Quella non e’ il tipo da fare certe cose. Ha un'aria troppo schifettosa. Adesso lo mandera' a quel paese e se la filera' sbattendogli in faccia la porta ed i soldi.
“Va bene, tesoro! Non c’e’ problema. Mi paghi per due ore e se le vuoi usare per farti pisciare addosso per me non c'e' problema. Solo che, se me lo dicevi prima, a casa avrei bevuto un po’ di piu’. Comunque questo e' servizio extra e come tutti i servizi extra, costa di piu'. Per la pioggerella voglio altri cinquecento.”
“Concordo Padrona, pero’ avrei una preghiera; vorrei essere umiliato nel modo peggiore, ma non sopporto alcun odore che non sia quello del Cristal. La scongiuro di concedermi di non bere altro che quello.”
Proprio un bel cretino, quel tipo! E neanche la vuol scopare. Con quello che sta pagando per bersi l'orina della brunetta potrei comprarmi un’intera serra. Ecco, bussano alla porta. E’ il cameriere; lascia il carrello, ritira la mancia e se ne va. Ora lui stappa una bottiglia e riempie i calici. Lei beve… glugluglu… altro giro… glugluglu. Lui intanto si e’ spogliato... con il vestito sembrava piu’ in forma. E’ completamente depilato ed ha il pene piccolo e glabro come quello di un bimbo. Anche lei si e’ denudata, ma si tiene addosso l'intimo di pizzo.
“Se lo avessi saputo avrei scelto un abbigliamento piu’ adatto… ho dei bellissimi stivali con i tacchi acuminati e le borchie…”
“Non importa, Padrona, lei e’ bellissima cosi’… vuole altro champagne?”
Stanno iniziando la seconda bottiglia... ma ecco che lei dice di essere pronta. Gli ordina di sdraiarsi dentro la vasca nel bagno. Lo vedo che si cala dentro fino a che scompare oltre il bordo. Lei, invece, dopo essersi tolta il reggiseno e le mutandine, si posiziona in piedi, sopra di lui. Tiene le mani sui fianchi e guarda verso il basso; ha le gambe divaricate quel tanto che basta, e…
“Eccola... e’ abbastanza calda?"
"Si' Padrona, e' bollente!"
"Vuoi vedere la fonte? Vuoi che mi allarghi un po' con le dita cosi’ che tu possa vedere meglio da dove esce la pioggia? Ecco guarda… la fonte del piacere. La desideri vero?”
“Si Padrona, la desidero. Mi usi, la prego, mi affoghi, mi faccia bere il suo prezioso nettare.”
Mi sto eccitando anche io, amici… voi non potete capire, ma un ficus non e’ di ferro. Dover stare qui, fermo, mentre una cosi' annaffia in quel modo ecciterebbe anche una vecchia quercia.
“Ancora Padrona, la prego, non smetta…”
“E’ una parola! Il serbatoio e’ vuoto. Il getto e’ andato storto… guarda qui, mi sono bagnata le ginocchia ed i piedi. E’ colpa tua!”
“Ha ragione Padrona… e’ colpa mia. Permetta che la pulisca con la lingua, Padrona.”
“Vorresti leccare la fonte, lo so… sei anche un bugiardo oltre che un vizioso...”
“Si’, Padrona, sono un bugiardo e merito una punizione. Lasci che lecchi le sue ginocchia, che lecchi i suoi piedi, che la ripulisca completamente.”
“Devi solo ripulire accuratamente i piedi e le gambe senza sfiorare la fonte. Hai capito bene?”
“Si’… solo ripulire, senza sfiorare, solo ripulire, la prego, la prego…”
“Inizia dai piedi e risali… quando mi avrai ripulita completamente permettero’ che tu possa prenderti il piacere che ti spetta come premio.”
Ci sa fare la ragazza. Sembra un ragno che tesse la tela. E’ proprio vero che l’apparenza inganna. Pareva una schizzinosa quando e’ entrata nella stanza, invece ha tirato fuori un’inusuale spudoratezza e adesso tiene saldamente in mano le redini della situazione. Lui le sta leccandole i polpacci quando lo sento gemere di piacere.
“Non sei stato bravo… non mi hai ripulita bene e ti sei preso il piacere prima che ti fosse concesso. Mentre mi lavo, tu finisci di ripulire la vasca, poi ti metterai sotto la doccia e ci resterai fino a quando non ti diro' di uscire.”
La vedo entrare nel box doccia. Sento lo scroscio forte dell’acqua…
Immagino lui, steso dentro la vasca, mentre con la lingua ripulisce accuratamente l'interno. Quando si alza e’ stravolto. Ha i capelli impiastricciati, ma ha anche l’espressione di chi pare abbia visitato il paradiso.
Che strani personaggi frequentano questo luogo. Ognuno si porta come bagaglio i suoi inconfessati desideri. Molti sono banali nelle loro manifestazioni erotiche; si comportano nel modo canonico: un po’ di sesso orale, posizione missionaria, orgasmo… insomma, solite cose. Poi ci sono quelli che, credendo di essere sul set di un film porno, elaborano posizioni piu’ complicate; a volte talmente arzigogolate che qualcuno si e’ persino beccato il colpo della strega. Ma fin qui siamo nell’ambito della normalita’…
Ma esiste la normalita’? Chi puo’ affermare di ritenersi realmente normale? E’ giusto giudicare chi ha gusti diversi?
Ogni volta, dopo aver assistito ad un incontro di tal tipo, mi metto a filosofeggiare sui protagonisti della storia che si e' svolta. Credo che la brunetta abbia capito come ognuno dei suoi clienti porti dentro di se’ un sogno, che e’ pero’ anche una debolezza. E’ probabile che in base a cio’ abbia imparato a gestire questa debolezza e, assumendo atteggiamenti diversi, adeguandosi alla situazione, conduca ciascuno alla realizzazione di quel sogno. Immagino il suo motto: “nessun sogno e’ impossibile, signori, per chi puo’ permettersi di pagarmi.”
Sembra che per lei ogni cosa sia ammessa. Nella sua espressione un po’ divertita, che assume ogni qual volta gira le spalle al cliente, intravedo una beffarda estraneita’ emotiva e la totale assenza di problematica correlata al comune senso del pudore, persino nelle situazioni piu' particolari.
Ha sicuramente dei limiti che devono essere rispettati, come quando si irrita per il rapporto sessuale non protetto, ma e' chiaro che, per lei, tutto cio’ che concerne l’erotismo e’ un terreno nel quale si muove con distacco e disinibita disinvoltura.
Ecco, adesso mi e' venuta vicino… ma che sta facendo?
“Pianta, lo so che non e’ corretto, ma non posso bere ancora champagne solo per far contento quello li’. Gia’ al terzo bicchiere ne ero disgustata, quindi adesso questa bottiglia la verso nella terra di questo tuo bel vaso. Spero ti piaccia… io invece mi bevo un po' d’acqua... ne ho bisogno, ma non voglio si accorga del mio trucco. Al diavolo il suo “odorino” preferito… mica posso star male!”
Innanzitutto, cara signora, non sono una banale pianta ma un Ficus Benjamina, ed e’ cosa assai diversa. Poi, scusi… perche’ si rivolge a me parlando? Lo sa che non posso risponderle? Si’, certo, ho capito: lei ha parlato fra se’, esprimendo un pensiero ad alta voce, e mentre il suo cliente non la vede, getta via lo champagne… ma non puo’ annaffiarmi in questo modo… la prego, si fermi… i ficus non vengono annaffiati con lo champagne… glugluglu, la prego, non mi annaffi cosi', non sono di ferro… glugluglu… sento che la stanza sta girando… si fermi la prego... anzi no, continui… glugluglu… pero’, mica male!
“Cosa sta facendo, Padrona?”
“Eh?… Ah… chi? Io? Ehm… stavo bevendo lo champagne! Ho… ehm… scolato l’intera bottiglia… ma tu che ci fai qui? Ti avevo ordinato di restare sotto la doccia!”
“Mi perdoni Padrona, sono ingiustificabile. Credo mi attenda un’altra punizione.”
Povera signora, non ha avuto il tempo per bere la sua agognata acqua che' lui, uscendo dal bagno, l’ha sorpresa con la bottiglia appena svuotata ancora in mano. Lei ha saputo cavarsela egregiamente, ma com’e’ dura la vita della escort! Se solo la gente immaginasse a quale schifo e’ sottoposta una ragazza che fa questa professione, capirebbe che nessuna cifra puo’ ricompensarla per il disgusto provocato da quelle cose che certi clienti viziosi le chiedono per soddisfare i loro torbidi istinti.
Come dover bere Cristal anziche’ acqua!