Non ho mai amato i club prive'. In quei luoghi ho sempre avvertito lo sgradevole odore del sudore misto a quello della gomma dei profilattici e all’acre fragranza del sesso, sia maschile che femminile; una sensazione di scarsa igiene sufficiente a far sparire ogni accenno di desiderio sessuale. Eppure c’e’ stato un periodo in cui, a Milano, ce n’erano alcuni veramente di livello alto, frequentati da bella gente e non certo da ragazzetti o da sfigati alla ricerca di facile trasgressione.
Ero da poco giunta in Italia e per un brevissimo periodo mi sono legata ad un compagno che amava portarmi in questi posti. Forse lo faceva per esibirmi o forse era realmente un gioco che lo intrigava. In ogni caso, pur non amando quel genere d’ambienti, qualche volta lo accontentavo. Devo dire, comunque, che le volte in cui accadeva, ed accettavamo lo scambio di partner con altre coppie, entrambi ci rimettevamo nel cambio, sempre. E questo era cio' che non comprendevo: perche’ cambiare il mio ragazzo, un bell’uomo, atletico, pulito, bravissimo a letto, per scopare con un qualsiasi mediocre sconosciuto? Inoltre, perche’ fare gratis cio’ che facevo usualmente con il mio lavoro di escort?
A me sembrava veramente una follia, e questo ho sempre cercato di spiegarglielo poiche' a guadagnarci erano sempre le altre coppie. Ma lui era come ossessionato da quel gioco e non c’era modo di farlo desistere. Cio' e’ stato anche uno dei motivi per i quali la nostra storia e’ finita.
Credo comunque che molte persone siano attratte dalla trasgressione legata al sesso occasionale con sconosciuti, e se non fosse stato per la mia professione, che mi portava normalmente a fare sesso con persone mai incontrate prima, molto probabilmente ne sarei stata attratta anch'io.
Invece “soffrivo” degli effetti collaterali del lavoro. Come quando mi capitava d'essere rimorchiata, alle feste oppure in discoteca o in qualche pub, da qualche bel ragazzo. Li’ per li’ ne ero anche attratta, mi prestavo alla conversazione, al corteggiamento, alle avances, e spesso l’alcool ci metteva del suo rendendomi piu’ disponibile all'approccio.
Ricordo che una volta fui “agganciata” da uno veramente splendido; forse il piu' bel ragazzo incontrato nella mia vita: uno di quei rari modelli-indossatori che non sono gay. Non lo sto a descrivere perche' si puo' benissimo immaginare com'era. A colpirmi furono essenzialmente i suoi lineamenti, forti, latini, come piacciono a me, ma soprattutto aveva quella parlantina sciolta che riusciva ad ipnotizzare, senza essere prolisso e noioso come la maggior parte degli uomini che frequentavo. Tanto che, nonostante il mio carattere che, di solito, tende a “mangiarsi” l’interlocutore, quella volta mi arresi piacevolmente alla conversazione ed alla conquista.
Emanava una sensazione di pulito e di sano vigore, ma forse era l'effetto di cio’ che stavo bevendo a crearmi nella mente strane immagini in cui mi vedevo con lui che mi stringeva forte in un letto, instillandomi la curiosita’ di verificare come sarebbe stato veramente. Accettai quindi il suo invito quando mi propose di uscire dal locale, ben sapendo dove saremmo finiti. Dove infatti finimmo.
Nella sua stanza d'hotel, dopo l’immancabile doccia, ci abbandonammo ai nostri giochi nel letto. Solo che a quel punto ebbi una strana sensazione: era come se stessi lavorando. Si', insomma, non so come spiegarlo, lo so che e’ strano, ma la sensazione fu quella di stare con un cliente. Tutto quanto, l'ambiente, l’odore nella stanza, il mobilio, la presenza degli asciugamani buttati li’ da una parte, le luci, l’aria condizionata, lo stare in quella situazione, ogni cosa, mi ricordava uno dei miei soliti incontri di lavoro. Certo lui era un bel ragazzo, ma anche alcuni miei clienti lo erano. Inoltre, dico la verita', non era neppure cosi’ vigoroso come lo avevo immaginato. In sostanza il tipo stava facendosi semplicemente una normale scopatina, esattamente come avrebbe fatto un qualsiasi cliente.
Solo una normalissima, banalissima, insipida, scopata!
Mi prese come un nodo alla gola: ero li’ in una situazione per me non nuova, con uno sconosciuto che mi stava addosso con tutto il suo peso, masturbandosi con il mio corpo in una stanza d’hotel, e... non ero pagata!
Decisi di concludere velocemente fingendo un orgasmo, cosicche' anche lui si sentisse libero di godere. Dopodiche', quando mi chiese di restare li’ fino al mattino, gia’ immaginai il solito risveglio dopo una notte insonne (che' con gli sconosciuti non sono mai riuscita a dormire bene), le solite coccole mattutine, il consueto servizietto orale... Insomma roba d’ordinaria amministrazione, e tutto senza essere pagata. Ripeto: SENZA ESSERE PAGATA!
Il nodo alla gola mi si strinse ancor piu’ forte. Trovai una scusa e in quattro e quattr'otto fuggii da quella stanza. Prima di uscire promisi che gli avrei telefonato, ma ovviamente questo non avvenne mai.